Assipa Vs reti obbligatorie – Straordinaria sentenza del Tar Calabria

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Finalmente è stata pubblicata la sentenza del Tar Calabria che a seguito del ricorso presentato dall’Assipa insieme ad altre numerose strutture, associate e non, mette in chiaro le forti criticità in seno all’operato del Commissario di Governo e del Dipartimento Tutela della Salute su questa vicenda delle reti obbligatorie per i laboratori privati accreditati.

Giova ricordare che fin dai primi mesi del 2011, a causa dell’inspiegabile posizione delle altre Associazioni di Categoria presenti ai tavoli d’incontro regionali con i Commissari, Sub Commissari e Dipartimento Tutela della Salute, le quali si ostinavano a chiedere l’applicazione di quanto oggi è stato annulato dal Tar, l’Assipa ha dovuto da sola sostenere con tenacia la difesa e la tutela di più dell’85% dei laboratori accreditati calabresi.

A questo riguardo, è importante notare che nonostante la nostra Associazione contasse un numero di iscritti ben inferiore all’attuale (oggi è più di un terzo del totale), nel giugno del 2014, si è riusciti a dimostrare, mediante la sottoscrizione inequivocabile di un questionario, come la maggioranza assoluta dei Colleghi calabresi fosse fortemente contraria alla condivisione di norme che obbligassero ad aggregazioni in rete e riduzione in punti prelievo tutti i laboratori sotto la soglia prestazionale poi indicata in decreto 84/2015.
Contestualmente hanno espresso di ritenere utile l’adozione di uno strumento normativo, tuttora assente, che potesse liberamente premettere le aggregazioni al solo fine di ottimizzare le proprie risorse nel pieno rispetto dell’occupazione.

Tutti i questionari sono stati consegnati all’allora Sub Commissario che ha preferito relegare la cosa a beghe tra Associazioni, rifiutando di prendersene carico, tanto che, dopo l’incontro, abbiamo dovuto notificarli al protocollo della struttura commissariale insieme con una richiesta di sospensione immediata dell’iter normativo (allegata in fondo).

Il risultato dei questionari ha evidenziato chiaramente due cose importanti:
-il rigetto di provvedimenti coercitivi e l’esigenza di ottenere uno strumento utile e funzionale per le strutture accreditate, non obbligatorio;
-il totale scollamento tra gli interessi manifestati nel questionario dai tanti colleghi iscritti nelle altre Associazioni e le posizioni assunte (non sempre verbalizzate nonostante le ripetute richieste dell’Assipa) dai loro rappresentanti negli incontri istituzionali con i Commissari e Sub Commissari.

In questi anni, l’Assipa ha prodotto nei vari incontri istituzionali, sia di livello regionale che nazionale, numerosi documenti in cui oltre a spiegare chiaramente l’inutilità e la lesività di tali orientamenti normativi ancora in fase di predisposizione, ha fatto appello alle varie figure istituzionali anche sovraregionali perchè intervenissero per chiarire quanto con l’odierna sentenza il Tar Calabria ha ben esplicitato.

Nel concreto, cosa significa questa pronucia del Tar? Non certamente l’inutilità del provvedimento su una norma formalmente superata dal nuovo DCA n° 112 pubblicato il 2 novembre – a ridosso dell’udienza di merito del 26 ottobre scorso e nella cui occasione sembrerebbe tentata nei fatti l’elusione della pronuncia del Collegio, mediante il semplice annuncio dell’imminente uscita di un decreto di cui non sarebbe stata fornita data certa e contenuti.

Infatti, questa sentenza contiene alcuni principi fondamentali che potrebbero consentire buone  prospettive di ottenere l’annullamento del nuovo DCA 112, almeno in alcune delle sue parti più deleterie (dei dettagli ovviamente se ne parlera nei prossimi incontri con gli associati, che l’Assipa sta già calendarizzando), mediante la presentazione di un apposito ricorso amministartivo.

Inoltre questa sentenza fissa una pietra angolare intorno a cui anche altri più numerosi colleghi di altre regioni del mezzoggiorno potranno fare riferimento nelle costruzione di azioni, anche extragiudiziali, di tutela della categoria.

In ultimo, per ora, consapevoli che le battaglie “sindacali” e legali finora condotte dall’Assipa ci hanno fatto arrivare ancora “vivi” fino ad oggi (purtrotto alcuni Colleghi ci hanno prematuramente lasciati ed a loro va il nostro continuo e commosso ricordo), ci sono ancora tanti ostacoli da superare.
Per questo facciamo appello ai Colleghi, che si sentono a noi vicini, ad entrare nell’Assipa per dare maggiore forza di rappresentanza, per una costante difesa dei nostri diritti fondamentali, fino a ieri indecorosamente  calpestati.

Anche se c’è ancora molto lavoro da fare, è doveroso un ringraziamento a tutti gli associati che hanno creduto ed hanno fiducia nell’Assipa ma un particolare ed affettuoso grazie è per l’Avvocato dell’Assipa, Luisa Sorrenti, che  in questi hanni mi ha supportato in tutte le attività e con grande pazienza mi ha sopportato come marito e come Presidente pressante ed esigente.

Di seguito la sentenza del Tar, il modulo di questionario usato e la lettera con la quale sono stati depositati i questionari sottoscritti dalla maggioranza assoluta dei Colleghi.

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2014-06-04-esiti-indagine-conoscitiva-rich-sosp-iter-decreto-reti-lab-pc

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